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Immagine del redattoreDott.ssa Antonella Ciotta

DIPENDENZA DA GIOCO

Aggiornamento: 17 mar 2022

La Dipendenza da gioco è una Dipendenza di tipo Comportamentale (dipendenze senza droghe).

Possiamo sinteticamente suddividere le Dipendenze in: Dipendenze Da Sostanze Psicoattive, quali la droga e l’alcool, e Dipendenze Comportamentali dove la sostanza assume meno rilevanza rispetto al comportamento adottato. Tale comportamento invade l’intera esistenza di un soggetto al punto da impedirgli di vivere, condizionandolo completamente persino nella definizione della sua identità.

Dipendente si definisce qualsiasi individuo la cui esistenza è tesa alla ricerca degli effetti prodotti (sull’organismo e sulla mente) da una sostanza o comportamento, pena un intenso disagio fisico e/o psicologico che il soggetto dipendente cercherà in tutti i modi di evitare.

Per definire una Dipendenza Comportamentale occorre considerare il contenuto dell’esperienza iniziale (colpo di fulmine), cioè il modo in cui tale esperienza ha segnato la memoria del soggetto stravolgendone l’esistenza, inoltre è importante evidenziare il modo in cui tale esperienza si rinnova nel tempo, tanto da diventare qualcosa di più di una semplice abitudine, assumendo un andamento patologico indipendentemente dalla volontà del soggetto.

Chiariamo adesso la differenza tra 'vizio' del gioco e gioco patologico, che del vizio risulta esserne la conseguenza. Il vizio, infatti, è uno stato volontario in cui l'individuo persegue il piacere mediante determinati atti con una certa frequenza, mentre il gioco patologico, al pari di tutte le dipendenze, presenta una forte componente inconscia durante la quale il giocatore perde ogni contatto con il tempo e la realtà.

Come tutte le droghe, il gioco è in grado di indurre tolleranza (necessità di giocare sempre di più) e dipendenza sia psichica che fisica, conducendo il giocatore verso un circolo vizioso, autodistruzione e astinenza (stato di sofferenza psichica e fisica dettato dal non poter giocare).

COS’E’ LA DIPENDENZA DA GIOCO?

Nell' ICD-10, la classificazione internazionale delle malattie, il gioco patologico é inteso come "anormale controllo sugli impulsi" (bisogna liberarsi dalla tensione attraverso il gioco).

"Il disturbo consiste nel gioco ripetuto frequentemente che domina lo stile di vita del paziente e comporta la distruzione dei valori sociali, lavorativi e affettivi, con ripercussioni sugli impegni famigliari del paziente".

Il "DSM-IV", il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali più usato al mondo elenca gli schemi mentali "distorti" tipici dei giocatori d'azzardo:

  • La particolare importanza dei soldi per il giocatore

  • Il sentirsi continuamente in concorrenza con gli altri in riferimento alle proprie prestazioni (disturbo relazionale)

  • L'inquietudine del giocatore d'azzardo

  • L'esagerato bisogno di apprezzamento sociale (problema di autostima/disturbo narcisistico di personalità)

  • La tendenza ad infuriarsi sul posto di lavoro (incapacità di controllare le tensioni interne)

  • Il continuo manifestarsi di malattie psicosomatiche dovute allo stress

Il giocatore dipendente o gambler, è un individuo che ha perso il controllo del suo divertimento al gioco, diventato una necessità irrefrenabile da appagare assolutamente.

La maggior parte delle volte si tratta di giochi d’azzardo o di scommesse. Tale dipendenza è associata ad un’alterazione psichica correlata ad un disturbo del controllo degli impulsi dove il soggetto si trova soggiogato da una tensione emotiva che riesce a ridurre solo dedicandosi al gioco.


SINTOMI

Perdita della propria stima

Il giocatore patologico inizia a sentirsi vuoto o come se fosse una nullità. Alcuni sentimenti di inferiorità già presenti durante l'infanzia, vengono compensati da fantasie di grandezza e onnipotenza. Le prime vincite rafforzano la propria stima e confermano che si speciali.

Disturbi nel creare rapporti con le persone

Negli anni 60 lo psichiatra infantile inglese John Bowlby ha sviluppato la “teoria sui legami”, evidenziando come spesso i diversi tipi di rapporto che il bambino creava con chi gli stava intorno erano in qualche modo collegabili con il legame materno. Ad esempio, nel tipo di legame "insicuro-sfuggente" i bambini non sono sicuri se la persona a cui sono legati è per loro "disponibile". Si aspettano che i loro desideri verranno rifiutati per principio. Ciò si nota di solito nei bambini che spesso vengono respinti. Tali bambini, instaurando questo tipo di legame, sono spesso più propensi a disturbi psichici piuttosto che bambini con un tipo di legame "sicuro" dove la figura di riferimento primario (la madre), è sempre presente


Incapacità di controllare l'agitazione

La motivazione del gioco rappresenta l’aspirazione al successo e alla vincita, un modo per scacciare la noia, oppure, una modalità per superare esperienze negative, come una separazione.

Il giocatore entra in uno stato di eccitazione, e cerca di trovare scuse e spiegazioni logiche per il suo gioco incontrollabile. Il soggetto giunge a credere a fatti soprannaturali e magici, vivendo in un mondo fittizio, ricco di vincite in cui si sente onnipotente, si estranea da ciò che lo circonda, e pian piano si isola, sviluppando schemi mentali distorti e irrazionali come:

  • L'illusione del controllo

Se si vince è grazie alla propria capacità, se si perde è a causa di circostanze sfortunate.

  • L'effetto Monte-Carlo

Dalla frequenza di eventi precedenti dipende la possibilità di eventi conseguenti (per es. nella roulette: se per 3 volte di fila è uscito il nero, aumenta la possibilità che esca il rosso).

  • Interpretazione sbagliata delle possibilità di vincita

Sopravvalutata in modo irrealistico

  • La quasi-vincita

Nel caso della slot machine in cui per vincere sono necessari tre simboli uguali, se lo stesso simbolo compare solo 2 volte, il giocatore patologico penserà: "Ci sono andato molto vicino! Per questo devo continuare a giocare!"

  • La cattura

Scelte errate, ma fatte comunque per giustificare l'investimento già effettuato

Durante l’attività di gioco qualsiasi altra condizione come senso di colpa per i soldi persi, indebitamento, problemi familiari, non vengono considerati. Se perde, il giocatore tenta di riguadagnare quanto perso, mentre se vince, tende a giocare sempre di più ritenendo la fortuna del giorno.


SOGGETTI A RISCHIO DI DIPENDENZA DA GIOCO

Molto spesso si tratta di individui che già hanno sviluppato tratti di personalità narcisistica o antisociale. Lo scarso autocontrollo e le difficoltà ad affrontare le situazioni giornaliere, possono favorire il manifestarsi di tale patologia.

Maggiormente sono colpiti i giovani uomini (soprattutto durante l’adolescenza) ed intorno ai 40 anni, mentre la fascia di età delle donne più sensibile alla dipendenza da gioco è tra i 40 ed i 50 anni. Ultimi studi clinici, hanno evidenziato una crescita di tale fenomeno tra i soggetti anziani del nostro paese, un disturbo particolarmente invalidante dal punto di vista economico, psicologico, familiare e sociale.

I soggetti più anziani non riescono a sopportare la vergogna e non hanno la speranza di risollevarsi in futuro. Per l’anziano giocare significa sentirsi vivo, in azione, alla ricerca dell’eccitazione, del piacere, oltre che di guadagni facili e veloci.

Infine, è particolarmente alta la percentuale di comorbidità (l'esistenza parallela di ulteriori malattie). Ad esempio quasi il 50% dei giocatori d'azzardo soffre di depressione, disturbi di personalità, quale quello narcisistico e presenza di altre dipendenze legate a sostanze come alcolismo o dipendenza da eroina.

COME CURARE UNA DIPENDENZA DA GIOCO

Tale problema spesso viene sottovalutato sia dal giocatore che dai familiari, fino a quando la situazione non degenera completamente. Quando i soggetti entrano in terapia spesso sono altamente indebitati, sono a rischio di suicidio e hanno già commesso delitti criminali per procurarsi denaro per il gioco. Mentre cresce il fenomeno patologico, le condizioni economiche, sociali, familiari e lavorative del gambler si deteriorano.

La consapevolezza del giocatore di voler risolvere tale problema può aiutarlo ad iniziare un trattamento. In genere, vengono preferiti i trattamenti combinati.

Il trattamento farmacologico deve trattare sia la compulsione al gioco, che i sintomi depressivi associati alla condizione del giocatore.

In questi casi , la psicoterapia di gruppo fornisce un importante supporto psicologico.

Le tecniche cognitivo-comportamentali consentono una rivalutazione degli obiettivi primari del giocatore, per il quale devono essere riorganizzati gli schemi di vita che riguardano la famiglia, la vita sociale, il lavoro ed il tempo da dedicare al riposo.

Nel trattare la Dipendenza da gioco, prima di tutto è importante verificare se si ha a che fare con un soggetto per il quale il gioco ha assunto un connotato patologico. Se il paziente é ancora ben integrato socialmente e lo sviluppo della dipendenza non é molto avanzato, allora é consigliabile rivolgersi ad un consultorio, o in alternativa, di sottoporsi ad una psicoterapia.

Nel caso di un forte disturbo bisogna decidere se optare per una clinica psicosomatica specializzata, o una clinica per le dipendenze. Se le conseguenze psicosociali non sono ancora così gravi, o l'atteggiamento morboso verso il gioco d'azzardo é una reazione a una situazione particolarmente pesante (per esempio una separazione, la perdita del posto di lavoro) si consiglia una clinica psicosomatica specializzata.

Per i giocatori compulsivi che hanno “toccato il fondo” è consigliato rivolgersi a Gruppi di auto-aiuto: Giocatori Anonimi che si incontrano per facilitare il riconoscimento della perdita di controllo, condividendo l’esperienza di impotenza nei confronti del gioco, proponendo l’astinenza dall’azione patologica e confrontando le proprie forme di inganno ed autoinganno messe in atto.

Segnalo inoltre l’esistenza di Gruppi terapeutici che a differenza dei gruppi di auto-aiuto prevedono e sono condotti da psicoterapeuti, dove anche la famiglia del giocatore partecipa al processo terapeutico.

Nell’ottica psicodinamica il giocare compulsivamente è considerato un sintomo che segnala un disagio o malessere di personalità che sta proteggendo il soggetto da disastri peggiori; in questo caso il sintomo non va rimosso, ma compreso nel suo significato. Un intervento che si preoccupi solo di eliminare il sintomo favorisce spesso quei fenomeni di “migrazione” ( il giocatore che smette di giocare inizia a bere, fumare). La funzione protettiva del sintomo a volte può evitare un crollo psicotico.

Se sussiste anche una dipendenza legata a sostanze come alcolismo o dipendenza da droghe, bisognerebbe in primo luogo sottoporsi ad unacura di disintossicazione e di disassuefazione presso una clinica psichiatrica.

In generale la terapia inizia con un accordo dove il soggetto si impegna in una astinenza da gioco. Tale stato di astinenza evidenzierà il motivo per cui il soggetto dipendente ha bisogno del mezzo di cui è dipendente.

In ogni caso, durante la terapia é importante portare alla luce l'esatta ragione che sta dietro all'atteggiamento morboso verso il gioco d'azzardo, discutere e programmare il cambiamento degli

schemi mentali distorti,ed elaborare con il paziente un concetto di prevenzione in caso di ricaduta.

Bisogna lavorare su tutti gli ambiti della vita del giocatore d'azzardo: disturbi legati alla propria autostima, disturbi legati alla sfera dei sentimenti e delle relazioni. (Le distorsioni nel campo delle relazioni con le altre persone si curano particolarmente bene in una terapia di gruppo dove si condivide la stessa problematica e il soggetto si sente capito).

Nella norma i parenti dovrebbero essere coinvolti nel processo terapeutico, in quanto spesso supportano il paziente nel suo gioco malato, assumendo i suoi debiti.

Dobbiamo ideare una forma di intervento di tipo “indiretto”. La compulsione basata sul piacere che

spinge le persone a giocare in modo irrefrenabile si appoggia a delle credenze ormai diffuse: “più gioco più è possibile che io vinca”, “se non gioco non vinco”, “devo giocare cosi vinco e riprendo i soldi che ho già speso”.

E’ ovvio che non possiamo rompere con spiegazioni pseudo-razionali questo tipo di credenze; solitamente le spiegazioni e i rimproveri “Devi smettere di giocare”, “Lo vedi che non vinci mai”, non solo non risolvono il problema, ma lo mantengono e lo peggiorano.

Occorre utilizzare una logica che rispecchi quella del problema stesso, ovvero una logica paradossale con indicazioni del tipo: “Da oggi tu devi giocare, poiché abbiamo capito quanto è importante per te, ma devi farlo in questo modo: devi giocare un euro (una piccola somma frustrante ogni giorno in 5 momenti diversi della giornata in modo da rendere ciò che è un piacere uno strazio. “Ogni giorno devi giocare… ma come te lo diciamo noi… e se come per magia tu non avessi più voglia di giocare, devi continuare a farlo per un po’.

Nel caso in cui tu dovessi vincere, metti tutto da parte che poi ti diremo noi cosa farci.

Questa prescrizione si utilizza in genere con persone che riconoscono di avere questo tipo di problema e vogliono in qualche modo risolverlo.

Uno dei fattori che solitamente mantiene e alimenta questo tipo di problemi è il tentativo di soluzione che viene adottato dai parenti/amici nei confronti del problema stesso. Dare attenzione al problema è come sottolinearlo, è come se avesse realmente una grande importanza, e quindi un grande potere. L’indicazione che solitamente viene data ai genitori/parenti di “giocatori compulsivi” è quella di “osservare senza intervenire”, comportarsi in sostanza come se il problema non ci fosse, evitando di commentare o criticare il comportamento patologico del parente. Questo è il modo migliore per “farlo uscire allo scoperto” e fargli ammettere di avere un problema. Solo allora il giocatore patologico sarà disposto ad ascoltarci.

Ricordiamo inoltre che è piuttosto difficile dare dei consigli quando non è il diretto interessato a richiederli. Ad una mancata presa di coscienza del problema corrisponde un livello di motivazione pari a zero.


COME AFRONTA LA SOCIETA’ TALE PROBLEMA?

Fin dagli anni 90 la massiccia invasione di video poker, le possibilità legali di scommettere (lotto e superenalotto, “gratta e vinci” , scommesse sull’ippica, centri scommesse della Snai ,) hanno alimentato le speranze illusorie di molti e sappiamo che il secondo tempo della speranza spesso si evolve in delusione.

La situazione è recentemente peggiorata con l'arrivo dei giochi online, veri e propri casinò a portata di mano.

Lo stato lucra su questo immenso mare di denaro, ma allo stesso tempo è evidente l’impensabilità di intervenire sulle problematiche legate al gioco d’azzardo attraverso un’ottica proibizionista. Sappiamo che politiche sociali di rigoroso proibizionismo non fanno che alimentare lo sviluppo di circuiti clandestini illegali alternativi.

La prevenzione rappresenta uno strumento di prima soluzione attraverso l'analisi dei propri comportamenti, in maniera da comprendere in tempo debito quando la situazione legata al gioco diventa una vera e propria malattia. Il giocatore è principalmente un individuo solo o che si tende ad isolare sempre più, e così molte volte la scoperta del problema avviene in ritardo, cioè quando è già apparsa la dipendenza dal gioco e uscirne sarà molto più complicato. Nei casi più gravi, la scelta migliore è invece rappresentata dall'entrata nelle comunità di recupero, che permettono soprattutto il distacco dalle 'tentazioni' che ormai nell'era dell'online, sono arrivate all'interno delle mura domestiche.

Purtroppo l’opinione pubblica appare disinteressata facendo prevalere i seguenti ragionamenti:

- il gioco è una produzione positiva e creativa della mente umana. La dipendenza colpisce i deboli, a me non capiterà

- non si può proibire la speranza; si tratta dell’unico rifugio quando si è disperati

- in fin dei conti è una scelta personale, libera; non si può impedire a qualcuno di rovinarsi


Oggi l’Osservatorio nazionale sui rischi del gioco d’azzardo presso il Ministero della Salute ha definito le linee guida d’azione per garantire prevenzione, cura e riabilitazione su tutto il territorio nazionale.

I principali concetti esposti nelle linee guida approvate nella riunione della Conferenza Stato Regioni del 6 dicembre 2017, sono:

  • Definizione di GAP Gioco D’azzardo Patologico

  • Attività di Prevenzione: iniziative di carattere educativo, sensibilizzazione dei giocatori sia all’interno delle sale da gioco che nel gioco on line per favorire l’accesso ai centri di assistenza sanitaria, di formazione degli operatori, di riorganizzazione degli spazi da gioco (divieto di oscuramento delle finestre, orologi alle pareti, divieto di fumo, corner con materiale informativo anche sulle possibilità di vincita etc) oltre che della modifica della distribuzione delle vincite/perdite (con il controllo del payback).

  • Le attività di assistenza delle diverse tipologie dei soggetti affetti da Gap e dei loro familiari, da svolger con un approccio multimodale ed in modo integrato dalle strutture pubbliche e dai centri privati, coinvolgendo in modo attivo l’intero territorio.

  • Le modifiche del quadro normativo e delle diverse tipologie dell’offerta di gioco, sollecitando la semplificazione della legislazione in materia, attraverso l’adozione di un testo unico, l’intensificazione della lotta al gioco illecito, la predisposizione di un’apposita disciplina per il gioco on line ed il contrasto della criminalità organizzata, recependo le indicazioni della Commissione Antimafia.

Dott.ssa Antonella Ciotta



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